La convenienza economica di questo genere di investimenti dipende inevitabilmente dall'età dell'usufruttuario. La morte dell'usufruttuario, infatti, determina automaticamente la cosiddetta riunione dell'usufrutto: in altre parole, a quel punto il "nudo proprietario" diventa titolare della piena proprietà. E attenzione: la riunione dell'usufrutto si concretizza sempre alla morte del primo usufruttuario, anche se quest'ultimo in vita avesse ceduto ad altri il diritto di usufrutto.
Questo significa che:
· non esiste una risposta unica alla domanda;
· le cose cambiano molto a seconda che il diritto in vendita sia la nuda proprietà o l'usufrutto.
Perché non esiste una risposta unica
Questo genere di operazioni sono una sorta di "scommessa", di azzardo, perché la convenienza dell'investimento dipende da quanto tempo l'usufruttuario resterà in vita (e questo non si può prevedere a priori). Le valutazioni di fattibilità si basano sui dati statistici relativi all'aspettativa di vita media delle persone, in questo caso dell'usufruttuario.
Qual è il diritto in vendita?
A seconda di quale sia il diritto in vendita, lo scenario cambia radicalmente. Cosa succede se in asta c'è la nuda proprietà L'aggiudicatario diventerà pieno proprietario soltanto alla morte dell'usufruttuario. Fino ad allora, non potrà disporre dell'immobile, né per locarlo né per rivenderlo. In questo caso più tempo l'usufruttuario resta in vita, più diminuisce la convenienza dell'investimento. Cosa succede se in asta c'è l'usufrutto L'aggiudicatario potrà locare l'immobile o rivendere l'usufrutto, ma alla morte del primo usufruttuario il suo diritto si estinguerà. In questo caso, più tempo l'usufruttuario resta in vita più aumenta la resa dell'investimento. In definitiva, entrambe le ipotesi sono percorribili, ma si tratta di investimenti da valutare necessariamente caso per caso.